Troppi fluoruri ad Assemini, ma Ichnusa non è il problema
Oggi, il Fatto Quotidiano titola:
Birra Ichnusa, rischio fluoruri nell'acqua.
L'ho trovato un titolo curioso, perché è normale che ci siano fluoruri nell'acqua, quindi mi sono chiesto se intendessero sottolineare un problema di elevate concentrazioni ed ho approfondito.
L'articolo parte subito con il raccontare la potenziale pericolosità del fluoro, l'inquinamento denunciato dai pastori, la problematica presenza della Fluorsid, un'azienda chimica che proprio come Ichnusa ha sede ad Assemini.
Momento, momento: chi ha fatto cosa?
- Il fluoro è pericoloso?
- La birra Ichnusa è pericolosa? Andiamo con calma.
Innanzitutto, non c'è nulla di male ad avere fluoruri (sali di fluoro) nella birra o, più in generale, nell'acqua: il fluoro è un oligoelemento ampiamente diffuso in natura in forma minerale ed infatti l'articolo stesso parla di rischio associato a «massicce quantità». Basse dosi di fluoro quotidiane sono indicate per la salute dentale, infatti i fluoruri vengono appositamente messi in molti dentifrici. Per questo motivo, ci sono paesi (es. Irlanda) che addirittura sottopongono le acque ad un processo di fluorurazione, al fine di ridurre l'incidenza di carie. Noi, comunque, non lo facciamo: è una pratica la cui utilità è dibattuta, perché l'acqua non è l'unica fonte di fluoruri. Viaggiando insieme all'acqua, infatti, i fluoruri finiscono in tanti cibi, innanzitutto in frutta e verdura. L'esposizione giornaliera varia tantissimo in base alla zona, perché è la quantità di fluoruri nelle acque a variare naturalmente nel territorio.
In Irlanda quasi si raggiungono i 6 mg/L, in Finlandia i 3 mg/L, in Germania invece generalmente si supera di poco l'unità. Secondo OMS, il valore ottimale sarebbe proprio 1 mg/L, ma per le acque potabili 1.5 mg/L è considerato il valore guida per la massima concentrazione. In accordo con OMS, la normativa europea individua in 1.5 mg/L il parametro indicatore per le concentrazioni massime di fluoruri e la normativa italiana condivide lo stesso valore, perché recepisce la direttiva europea. Questo vuol dire forse che non dovremmo assumere cibi o bevande che abbiano un valore di fluoruri superiore? Assolutamente no: il discorso sull'acqua potabile è importante perché presuppone un consumo cronico di circa due litri al giorno.
I cavoli, per esempio, contengono relativamente molti fluoruri, ma questo non significa che siano pericolosi, perché non mangiamo cavolo a pranzo e cena ogni giorno in elevate quantità. Tornando all'articolo, leggiamo i risultati delle analisi di una serie di campioni di birra Ichnusa effettuati da laboratori diversi, sparsi sul territorio italiano. Espressi in mg/L, abbiamo nell'ordine: 4.8, 3.5, 27.7, 0.45, 16.1. Se 0.45 è ampiamente sotto, altri «superano più di dieci volte il limite fissato per l'acqua potabile», si allarma l'autore, il quale poi onestamente aggiunge: «Bisogna dire che quel limite vale solo per l'acqua potabile, non per la birra, per la quale non esistono limiti di legge». Seguendo il discorso fatto sopra, si capisce bene che c'è un motivo se i limiti sono previsti per l'acqua e non per la birra: se l'assunzione di birra fosse tale da superare i due litri al giorno fissi, allora avreste ben altri problemi a cui pensare che non il fluoro. Inoltre, i valori rilevanti possono variare per tante ragioni: non solo vanno considerate le oscillazioni locali dell'acqua di produzione, ma pure vanno tenute a mente le interazioni con il vetro della bottiglia che, a differenza della lattina, può assorbire o rilasciare ioni.
Photo by Robin Sommer on Unsplash
Con tutto questo mio discorso, comunque, non volevo invalidare la tesi dell'articolo, ma solo reinterpretare i dati secondo un punto di vista più ragionevole dal punto di vista tossicologico. Che risultati come 16 o 27 mg/L siano parecchio fuori scala non c'è dubbio. Piuttosto che associare il problema al brand di Ichnusa (nonostante la mancata collaborazione con la testata che si lamenta nell'articolo), sarebbe decisamente meglio analizzare le acque della zona e stabilire le responsabilità di Fluorsid e lo stato delle attività di bonifica. Se le acque di Assemini/Macchiareddu sono esposte a simili livelli di fluoro, infatti, in pericolo non sono tanto i bevitori della birra sul territorio nazionale, ma i cittadini e la fauna locale, che verosimilmente si ritrovano alte quantità di fluoro in tutti i prodotti.
Concludo così per evitare fraintendimenti: non bisogna sottovalutare l'allerta data dai veterinari per i casi di fluorosi tra le pecore, né i risultati dell'inchiesta sulle attività inquinanti di Fluorsid, che anzi vanno approfonditi come altri elementi sottolineati nell'articolo
Fonti:
- Europa Health and Consumer Protection
- Beer as a Rich Source of Fluoride Delivered into the Body (Open Access)
- ARPA Veneto
- salute.gov
Cover Photo by JJ Merelo on Flickr
[EDIT]
Appendice§
In risposta ad alcuni dubbi sulle quantità di fluoro totali consigliate, aggiungo questa appendice.
I limiti dell'acqua tengono conto delle fonti esterne (cibo, succhi di frutta, bevande gassate): la dose ottimale giornaliera di fluoro sta tranquillamente sui 3-4 mg. Bisogna stare almeno ogni giorno e per lungo tempo (esposizione cronica) sui 7 mg o oltre per risentirne.
— cromo (@gicrisf) July 13, 2022
Per correttezza, riporto qui una tabella presa in prestito dal NIH.
Età | Maschio | Femmina | Gravidanza | Allattamento |
---|---|---|---|---|
Nascita a 6 mesi | 0.01 mg | 0.01 mg | ||
7-12 mesi | 0.5 mg | 0.5 mg | ||
1-3 anni | 0.7 mg | 0.7 mg | ||
4-8 anni | 1 mg | 1 mg | ||
9-13 anni | 2 mg | 2 mg | ||
14-18 anni | 3 mg | 3 mg | 3 mg | 3 mg |
19+ anni | 4 mg | 3 mg | 3 mg | 3 mg |
(Daily Adequate Intakes (AIs) for Fluoride)
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