I patogeni della carie che usano gli antibiotici contro di noi
Immaginate che i vostri denti siano un bel boschetto in mezzo al nulla, tutto verde e rigoglioso. Che carino, così curato, così pulito, lo lavate tutte le sere con provvidenziali piogge fluorurate e alla menta. MA POI ARRIVA IL NEMICO E BOMBARDA IL BOSCO.
Eh, sì, ora è lì, pieno di buchi, cercate di fare in modo che almeno l'ecosistema si salvi, aprite gli ombrelli dei gazebo per far mettere al riparo le marmotte, gettate secchi d'acqua sui roghi dispersi ovunque... MA POI ARRIVA IL NEMICO E BUTTA SOPRA IL DISERBANTE. E allora non vi biasimerei più di tanto se imprecaste con veemenza.
I denti ed il bosco non sono una metafora per il Vietnam degli anni Sessanta ed il nemico non è l'esercito statunitense che spruzza a caso agente arancio dagli aerei. Quella è Storia, oltre che un'altra storia. Quando parlo dei vostri denti, intendo riferirmi a quelle protrusioni ossee che custodite incastonate nella cavità orale, quelle conformazioni solo apparentemente semplici che vi consentono di mangiare, sorridere e mordere la gente che lo merita.
Il vero nemico, in questo caso, è Streptococcus mutans, un batterio che si diletta nel banchettare con la vostra salute dentale, dissolvendo lo smalto, inducendo la formazione di carie e, nei casi più gravi, persino la caduta dei denti del paziente! I ricercatori hanno scoperto da poco è che S. mutans dispone anche di un kit di diserbanti da usare contro quei batteri che, invece, provano a contrastarne l'attività malevola, a protezione del nostro smalto: il nemico è praticamente dotato di una suite di antibiotici a tutti gli effetti!
I ricercatori hanno isolato la reutericiclina ed alcuni analoghi, tra cui uno chiamato mutanociclina. Rivoluzione nel campo degli antibiotici? Nuova classe all'orizzonte? No, perché si tratta di antibiotici che noi conosciamo già. Piuttosto, il fatto che alcuni ceppi di S. mutans siano in grado di sintetizzare questi composti ed altri no (poiché manchevoli del cluster di geni muc) spiega come mai certe persone abbiano sintomi piuttosto persistenti la cui esistenza era prima imputata ad altre forme batteriche mai individuate, ma sempre ricercate. Ora si è compreso che potrebbe semplicemente trattarsi di una versione un po' più stronza del già conosciuto S. mutans.
Cover: Medical illustration of clindamycin-resistant group B Streptococcus bacteria
Head Photo by CDC on Unsplash
Fonte: c&en
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