NALDEMEDINA (Rizmoic): un nuovo farmaco per ridurre gli effetti collaterali dati dall'assunzione di oppioidi
La Naldemedina è un farmaco che va somministrato insieme agli oppioidi per ridurre l'incisività degli effetti collaterali di questi ultimi. È stato sviluppato da Shionogi ed è un antagonista selettivo dei recettori oppioidi mu periferici (rientra nella classe dei cosiddetti PAMORA).
Pur essendo stato inizialmente ideato per alleviare uno spettro più ampio di effetti collaterali indotti da oppioidi (costipazione, nausea e vomito), è stato infine approvato l'anno scorso da FDA (nome commerciale: Symprioic negli USA, Rizmoic in Europa) più specificatamente per il trattamento della costipazione indotta da oppioidi in pazienti adulti con dolore cronico non causato da cancro. Ora anche EMA ha autorizzato la vendita nel mercato europeo.
Dato che sia FDA che EMA hanno approvato, è abbastanza superfluo aggiungere che gli studi clinici hanno mostrato l'efficacia del farmaco (basandosi su dati statisticamente significativi in studi randomizzati a doppio cieco con controllo placebo...). Non si sono manifestate tracce di un'attività centrale oppioide, né di effetti di astinenza, né di eventuali impatti negativi sull'attività degli oppioidi co-somministrati, il cui effetto analgesico è invece ovviamente desiderato (il paziente-tipo preso in considerazione assume sui 90 mg di morfina giornalieri o più).
Nell'immagine vedete il cristallo del recettore mu con un altro antagonista comparabile cioè la beta-Funaltrexamina, che - come il farmaco - è un derivato del Naltrexone. Come vedete la driving-force del legame con il recettore è data da tre legami a idrogeno fondamentali:
- Due rinforzati dalla carica, tra l'aspartato evidenziato e l'ammina quaternaria e l'ossidrile del residuo.
- Un ultimo tra l'ossigeno dell'etere fenolico e la tirosina.
La superficie della proteina in grigio è quella che interagisce idrofobicamente con il ligando. La presenza dell'ammina quaternaria (azoto in blu) garantisce una ridotta permeabilità del farmaco nella barriera ematoencefalica, ed era già presente nel Naltrexone e simili. La novità è data infatti dalla catena laterale, progettata per ridurre ulteriormente la capacità del farmaco di oltrepassare la barriera, grazie all'aumento di peso molecolare ed idrofilia.
Il farmaco viene metabolizzato dal citocromo CYP3A, per cui è meglio evitare di assumere in concomitanza degli induttori come la rifampicina.
Fonti:
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